“Non voglio essere ferita”, “non voglio fallire”, “non voglio restare sola”: quante volte ci ritroviamo a formulare desideri al contrario? Invece di esprimere ciò che ci rende felici, ci concentriamo su ciò che vogliamo evitare. Un meccanismo di difesa, certo, ma anche un vero e proprio ostacolo al nostro benessere emotivo.

In questo post della sua rubrica sul Blog ClioMakeUp, il Dottor Giuseppe Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva, ci accompagna con chiarezza e sensibilità a comprendere da dove nasce questa tendenza, quali sono i suoi rischi e come trasformare gli “anti-desideri” in obiettivi autentici. Perché imparare a dirci cosa vogliamo davvero è il primo passo verso una vita più libera, consapevole e felice. Lasciamo subito la parola al Dottor Femia.

donna-malinconica-seduta-divanoCredits: Foto di Adobe Stock | Cuoregentile

DESIDERI AL CONTRARIO

Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo

(E. Montale)

Esiste una tendenza alla formulazione dei desideri “al contrario”: invece di dire cosa vogliamo, ci concentriamo su quello che assolutamente non vogliamo.

In psicologia un desiderio formulato positivamente è uno scopo, mentre la speranza o desiderio che qualcosa non si avveri è un anti-scopo. Nella pratica si vede spesso come la formulazione dei desideri al contrario possa finire per impedire o allontanare il raggiungimento del benessere psichico o della realizzazione personale.

UN DESIDERIO PUÒ TRASFORMARSI IN UNA PAURA

Quello che succede è che un desiderio, in taluni processi cognitivi, si possa trasformare in un timore, si muti in una paura.

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Credits: Foto di Adobe Stock | Whitestorm



È come se nella nostra mente ci fossero due percorsi possibili: una strada carica di desiderio, voglia di fare e speranza di ottenere, e un sentiero impervio pieno di paure, tranelli e scenari catastrofici che dobbiamo a tutti i costi evitare. E, stranamente, noi molte volte prendiamo quest’ultima strada accidentata, nonostante sia molto più faticosa da percorrere.

PERCHÉ FORMULIAMO DESIDERI AL CONTRARIO

Seguiamo la via dell’evitamento per paura di fallire e di essere delusi nelle nostre aspirazioni e desideri positivi. Quindi formuliamo i desideri al contrario: non voglio che succeda, faccio in modo di non avere questo, evito quest’altro perché se no starò male. E, invece, spesso è proprio questa formulazione a creare disagio e sofferenza. Col risultato contraddittorio che soffriamo per non soffrire.

Praticamente ci si ritrova in un cul de sac: la paura che vada male quello che desideriamo diventa un blocco che genera altra paura, proprio a causa dell’inibizione che illude di prevenire il dolore.

Perché uno scopo può motivarci, mentre un’anti-scopo magari ci orienta, ma posta sempre a preoccuparsi di non sbagliare, non fallire, non soffrire.

A VOLTE È PIÙ DIFFICILE DIRE QUELLO CHE SI VUOLE PIUTTOSTO CHE QUELLO CHE NON SI VUOLE

Questo succede perché a volte dirsi quello che si vuole è più difficile che definire quello che non si vuole.

Per esempio, piuttosto che dirci “vorrei una relazione appagante e mi impegno rispetto a questo” talvolta, se non spesso, tendiamo a dirci “non posso voglio essere rifiutata/to o non posso essere abbandonata/abbandonato”. Le paure a questo punto coprono i nostri reali desideri, e il “demone” che porta la nostra vera essenza a sua volta è coperto da timori e comportamenti di evitamento e prudenza che mascherano i nostri reali bisogni, fino a che nemmeno li riconosciamo più.

donna-di-spalle-tristezza-preoccupazioneCredits: Foto di Adobe Stock | Whitestorm

E si può arrivare a un punto in cui, se sono solo i timori a guidarci, si può rimanere bloccati, inibiti e spaventati: il nascondino dei desideri ricorre nelle nostre esistenze, e non solo non è banale, ma può creare disagio anche forte e difficile da gestire. Quando una persona, impegnata magari nel perseguimento del successo in carriera, si concentra su un “goal negativo”, dicendo a sé stessa “Non devi fallire”, facilmente potrebbe innescare una psicologia connotata da emozioni negative come ansia, tristezza, rabbia, finendo, quindi, per rendere impossibile il raggiungimento del “goal positivo”, ovvero avere successo ed essere apprezzata.

COME IMPARARE A FORMULARE I DESIDERI IN MODO AUTENTICO E POSITIVO

Cosa si può fare, oltre alla terapia, per impedire a noi stessi di cadere nel tranello della formulazione dei desideri al contrario?

-Osserva se quello che speri e desideri è uno scopo, o un anti-scopo;

-Riconosci quanto l’investimento sull’antiscopo ti stia portando via energia;

-Osserva i sentimenti negativi che provoca la formulazione dell’antiscopo;

-Quando hai riconosciuto un desiderio formulato al contrario, cerca di voltarlo dal negativo al positivo;

-Impegnati sempre ad individuare cosa vuoi, non quello che non vuoi.

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Credits: Foto di Adobe Stock | Kichigin19

Firma

Dott. Giuseppe Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva (APC), Socio Sitcc – Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva.

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Ragazze, speriamo che questo post del Dottor Femia vi possa far riflettere riguardo all’interessante argomento dei desideri al contrario. E voi, cosa ne pensate? Formulate più spesso positivamente i desideri o al contrario? Fateci sapere nei commenti sui social. Un bacione dal TeamClio!

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