Adolescence, la nuova miniserie disponibile su Netflix, è uno di quei prodotti televisivi che scuotono, travolgono e obbligano a fermarsi a riflettere. Ispirata a un tragico evento realmente accaduto, la serie racconta l’arresto di un tredicenne accusato di omicidio e lo fa con un linguaggio narrativo potente.

Più che una serie crime, Adolescence è un viaggio disturbante nelle ombre dell’adolescenza contemporanea. In questa recensione, il Dottor Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva, ci guida in un’analisi profonda tra i temi più interessanti della serie. Una visione che lascia il segno. Siete curiosi? Lasciamo la parola al Dottor Femia.

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ADOLESCENCE, LA RECENSIONE DELLA MINISERIE TELEVISIVA BRITANNICA DISPONIBILE SU NETFLIX

Una nuova serie tv, tragicamente ispirata a un fatto vero, impone una volta ancora una riflessione su quanto – poco – la società conosca i propri giovani, e quanto la società moderna possa fare per arginare la loro disperazione e la violenza.

Adolescence è un prodotto superbo per forma, realizzato in ogni puntata con un unico, lunghissimo, piano sequenza, e durissimo per contenuto: racconta la vicenda reale di un tredicenne accusato di aver ucciso una sua coetanea.

LA TRAMA DI ADOLESCENCE

Adrenalinica violenza sin dai primi momenti, la storia in pochi minuti ti catapulta in un racconto assurdo e drammatico: un minore viene prelevato da casa con una gravissima accusa. La polizia irrompe a casa senza fare nessuna eccezione. La paura buca lo schermo e ti arriva dritta in pancia così come la rabbia trattenuta dei genitori che vedono il loro figlio appena adolescente trattenuto in una cella.

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Credits: @netflixit Via Instagram. Una delle scene del film con padre e figlio



Un racconto emotivo dai primi istanti. Una serie che ti coinvolge senza chiedere il permesso: non puoi smettere. Devi andare avanti. Ti trascina quasi in modo fastidioso, non puoi fare altro che attendere che la storia prosegua per chiarire l’assurdo della vicenda proposta.

SOCIAL MEDIA E BULLISMO SONO TRA I PROTAGONISTI

I social diventano in un attimo i secondi protagonisti. I social come testimoni di quanto la narrazione del ragazzo sia attendibile o come fonte per portate avanti le ipotesi di accusa di omicidio. Un interrogatorio che cerca la verità!

No comment”, ripete ossessivamente il ragazzo per difendersi alle domande che incalzano. Anche l’avvocato inizia a dubitare e il fatto diventa complesso. La verità in un attimo si mostra in un video, e il padre prima dubita e poi si dispera, con il figlio incredulo e sotto shock.

Ad irrompere davvero è l’adolescenza con la sua confusione, la sua irriverenza e la sua strafottenza aggressiva. Questa meravigliosa e dannata fase dello sviluppo annebbia tutto e tutti. Neanche un omicidio ferma alcune dinamiche di quella quasi onnipotente adolescenza. L’omicidio esalta e smuove ancor di più.

Confusione e mistero avvolgono tutto e tutti. Ed ecco ancora il bullismo come altro protagonista, che mostra come il “colpevole“, prima che colpevole, sia stato vittima, appunto di bullismo. Un ragazzino perdente“, preso in giro, appunto sui social, selvaggiamente che poi, selvaggiamente, si vendica su chi lo aveva umiliato e ferito, passando in un attimo dalla realtà virtuale a quella fatta di carne, sangue e coltellate. Una confusione di piani vittima, carnefice, bullo, bullizzato, preso in giro, accoltellato – che è attiva in quel modo solo nello stato allucinato dell’adolescenza.

NEL TERZO EPISODIO DI ADOLESCENCE SI ESPLORA LA RELAZIONE TRA IL PROTAGONISTA E LA PSICOLOGA

Un momento della vita incredibilmente perturbante, anche per la mente del clinico sempre orientata a rispettare questa fase evolutiva che ancora non vede del tutto i mostri dell’adulto.

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Credits: @netflixit Via Instagram. Uno dei commenti social pubblicati sulla pagina Instagram di Netflix

Nel terzo episodio, infatti, il ragazzo viene seguito in una seduta con la sua psicologa, mostrata nella sua eccezionale, ancorché difficoltosa, capacità di attivare una relazione per cercare di arrivare alla verità: la giovane terapeuta attiva in una relazione di attaccamento e accudimento uno schema vittima/carnefice e riesce a disvelare la violenza che parte da modelli generazionali, e in un lunghissimo climax arriva a toccare il nucleo più profondo e privato di quel giovane vulnerabile e violentissimo che nessuno può dire di conoscere veramente.

LO SGUARDO PUNTATO SUI GENITORI

La serie si chiude con lo sguardo puntato sui genitori, sperduti, inconsapevoli, praticamente ignari di quello che accade nella vita e nella testa di quel ragazzo che vive con loro, e sconcertati dalla differenza di esiti della loro educazione tra lui e la sorella, ragazza assennata ed empatica.

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Credits: @netflixit Via Instagram. Una delle scene del film con padre e figlio

Un fallimento, il loro, e un’ammissione di impotenza: un genitore affronta disarmato l’adolescenza dei figli, e può andar bene come può andar male, in questo caso malissimo, senza remissione.

LA SERIE METTE A FUOCO LA COMPLICATA FASE DELL’ADOLESCENZA

La serie mette a fuoco questa sorta di “distopia” che c’è nella vita di ognuno, un momento indefinito e pericolosissimo che si chiama adolescenza, quella che Jung definiva uno “stato problematico” di per sé, un momento in cui la coscienza si divide poiché “l’individuo si trova costretto a riconoscere e ad ammettere che il non-io, l’estraneo, è anch’esso parte della sua vita, e parte di sé medesimo“.

Un mistero che affascina e spaventa, nel mondo moderno più che mai.

Firma

Dott. Giuseppe Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva (APC), Socio Sitcc – Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva.

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Ragazze, speriamo che la recensione del Dottor Femia su Adolescence, la miniserie televisiva britannica ideata da Jack Thorne e Stephen Graham e diretta da Philip Barantini, vi abbia incuriosito a vederla, se non l’avete ancora fatto, e fatto riflettere. Condividete il post con tutti gli appassionati di serie tv. Un bacione dal TeamClio!

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